Fonte https://sian.aulss9.veneto.it/Inquinamento-PFAS
Fonte Normachem

Le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) sono un gruppo di sostanze chimiche sintetiche ampiamente utilizzate nell’UE e nel resto del mondo in una vasta gamma di applicazioni come prodotti tessili, imballaggi alimentari, lubrificanti, refrigeranti o nell’elettronica.

La loro importante persistenza, unita ad altri pericoli e ad un uso ampiamente diffuso, ha portato l’UE e altri stati nel mondo a proporre interventi legislativi atti a limitare l’uso di tali sostanze.

Le sostanze perfluoroalchiliche o PFAS sono presenti ovunque, dai prodotti che usiamo, ai cibi e all’acqua che consumiamo. Il problema è la persistenza nell’ambiente e nell’organismo, e gli effetti dannosi per la salute fino al cancro.

L’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America (EPA), così come l’Europa hanno cominciato a mettere i primi limiti a queste sostanze. Alcuni Stati hanno vietato le PFAS nei materiali a contatto con gli alimenti, nella carta e negli imballaggi di carta per alimenti e nella schiuma antincendio.

L’UE si era occupata di PFAS già dal 2001, con la convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP): entrata in vigore nel 2004, è stata recepita nella legislazione dell’Unione dal regolamento (CE) n. 850/2004. Tale regolamento è stato sostituito dal regolamento (UE) 2019/1021 relativo agli inquinanti organici persistenti (rifusione) anche detto “regolamento POP”. Nel luglio 2020, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha adottato un parere sul rischio per la salute umana connesso alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche negli alimenti. L’Autorità ha concluso che il PFOS, il PFOA, il PFNA e il PFHxS possono provocare effetti sullo sviluppo e possono avere effetti nocivi sul colesterolo sierico, sul fegato nonché sul sistema immunitario e sul peso alla nascita. Essa ha considerato gli effetti sul sistema immunitario come l’effetto più critico e ha stabilito una dose settimanale tollerabile (DST) di gruppo di 4,4 ng/kg di peso corporeo alla settimana per la somma di PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS, che protegge anche dagli altri effetti di tali sostanze. Il parere più recente dell’EFSA fissa la dose giornaliera tollerabile (TDI) per i PFOS negli alimenti a 13 ng/kg di peso corporeo/settimana e per il PFOA a 6 ng/kg di peso corporeo/settimana. Il 7 dicembre 2022 con il regolamento (UE) 2022/2388 (che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006), la Commissione Europea introduce nuovi limiti per le sostanze perfluoroalchiliche in alcuni prodotti alimentari. Anche negli USA i valori guida sono in fase di revisione. Nel 2016 la US Environmental Protection Agency ha pubblicato un avviso a vita sulla salute dell’acqua potabile che fissa i valori limite per il PFOA ed i PFOS a 70 ng/l.
In Italia, il Dlgs 18/2023 sulle qualità delle acque destinate al consumo umano, che recepisce la direttiva (UE) 2020/2184, entrata in vigore il 12 gennaio 2021, prevede un limite di 0,1 µg/l per tutti i PFAS (come somma dei più pericolosi). .

Per quanto riguarda la Regione Veneto, nell’estate 2013, a seguito di una campagna di misurazione di sostanze chimiche contaminanti rare sui principali bacini fluviali italiani, promossa dal Ministero dell’Ambiente, è emerso un inquinamento diffuso da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) in alcuni ambiti del territorio regionale. L’inquinamento riguarda parte delle province di Vicenza, Verona e Padova. I PFAS sono stati riscontrati nelle acque superficiali, nelle acque sotterranee e anche in alcuni campioni di acque destinate al consumo umano. Il Centro Nazionale Ricerche – Istituto di Ricerca sulle Acque (CNR – IRSA), in accordo con il Ministero dell’Ambiente, ha effettuato, tra il 2011 e il 2013, una campagna di misura di sostanze chimiche contaminanti rare sui principali bacini fluviali italiani. In quest’ambito, sono stati monitorati i corpi idrici superficiali e i reflui industriali e di depurazione del reticolo idrografico della provincia di Vicenza e, in particolare, del distretto industriale di Valdagno e Valle del Chiampo. Oltre alle acque superficiali, sono stati prelevati campioni di acqua destinata al consumo umano in più di 30 comuni nella provincia di Vicenza e nelle zone limitrofe delle province di Padova e Verona. Le indagini hanno evidenziato un inquinamento diffuso di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), a concentrazione variabile in alcune aree delle province sopracitate.

Per approfondire

Pieghevole informativo PFAS
Documentazione relativa allo stato di contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche nell’ambiente, note tecniche

Contaminazione da PFAS in Veneto: valutazione dell’esposizione alimentare (2019)
L’esposizione della popolazione generale a PFOA e PFOS, due molecole appartenenti alla classe dei PFAS, avviene in massima parte per via alimentare. L’ISS ha eseguito uno studio per la valutazione dell’esposizione della popolazione locale a PFOA e PFOS mediante la dieta (alimenti e acqua) e per la caratterizzazione del rischio associato. Si riportano il comunicato stampa della Regione Veneto e la relazione in versione integrale.

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